Oggi voglio raccontarvi di un progetto che mi sta particolarmente a cuore: Il mistero dei Sant’Elmo.
Si tratta di un cortometraggio realizzato per partecipare al 48 Hour Film Project, un contest cinematografico che mette alla prova le capacità tecniche e creative di giovani talenti. La sfida? Creare un cortometraggio, dalla pre-produzione alla post-produzione, in sole 48 ore!
L’idea è nata quasi per gioco durante le riprese di un altro corto, XP|30 di Max Standford. Mentre chiacchieravamo sul set, io, Davide Salerno, insieme ai registi Giuseppe Billardello e Dario Parisi, ci siamo detti scherzando: “Perché non partecipiamo al 48H Film Festival?” Sembrava una battuta fine a se stessa, ma dopo meno di un mese, mio fratello Giuseppe mi ha comunicato che stavano davvero organizzandosi per il festival.
All’inizio, Dario Parisi aveva formato una sua squadra per girare il cortometraggio a Roma, ma a causa di alcune difficoltà tecniche abbiamo deciso di unire le forze e realizzare il progetto a Mazara del Vallo.
Sia Giuseppe, che Dario e Davide provengono dalla scuola di cinema indipendente Piano Focale, che a sua volta stava preparando un team con alcuni dei migliori studenti per partecipare allo stesso festival. Per me, a quel punto, è diventata una vera sfida: dovevo fare meglio di loro!
Questa competizione amichevole ha reso l’esperienza ancora più intensa e stimolante.
La Sfida
La sfida più grande è stata realizzare un progetto così ambizioso in sole 48 ore con una squadra che, nella sua totalità, non aveva mai lavorato insieme. Alcuni di noi si conoscevano già: io, ad esempio, avevo collaborato con Giuseppe, e durante le riprese del cortometraggio di Max Standford mi ero occupato del backstage. Tuttavia, non avevo mai avuto un ruolo di responsabilità sul set con gli altri membri del team.
Nei giorni precedenti al festival, abbiamo iniziato a organizzarci, ma presto sono sorti i primi imprevisti: due membri della squadra, per problemi di salute, non hanno potuto partecipare. Inoltre, a quattro giorni dall’inizio delle riprese, arriva una telefonata inaspettata: il nostro fonico ha la febbre alta e non può garantire la sua presenza. In preda all’ansia, contatto subito il mio caro amico e collega Gabriele Tringali, chiedendogli in prestito la strumentazione audio. Lui si rende disponibile e affida l’attrezzatura a Samuele Montalto, che in quel momento si trovava a Roma. Il giorno successivo, Samuele riesce a farcela arrivare, risolvendo così un problema che avrebbe potuto compromettere tutto il progetto.


È Venerdì mattina, 22 novembre 2024.
Io nel frattempo continuo a preparare l’attrezzatura insieme a Samuele Montalto, e nello specifico abbiamo preparato due Sony Fx3 per le riprese del corto, entrambe settate in XAVC S-I DCI 4K 24p Slog-3, invece per il Backstage abbiamo preparato due Sony A7cII, una per le foto fatte da Chiara Piccione, e l’altra per le riprese effettuate da Lucrezia Benigno.
Mancano poche ore al via. Sono il primo ad arrivare alla nostra base operativa, seguito poco dopo da Davide Salerno (montatore) e Dario Parisi (regista). A ruota arrivano anche Giuseppe Billardello (regista), Samuele Montalto (camera operator), Paola Lucido e Irene Nasca (trucco e parrucco), Salvo Vilardi (segretario di edizione), uno degli attori, Roberto Maddiona e direttamente dalla Spagna arriva anche Max Standford (direttore di produzione)
Dopo gli ultimi preparativi, ci colleghiamo in diretta con Roma, dove avviene l’estrazione del genere per ogni squadra e vengono annunciati i tre elementi obbligatori da inserire nel cortometraggio: un personaggio, un oggetto di scena e una frase. Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato.


Mentre seguiamo la diretta, arriva anche Nicola Adamo, uno degli autori. Poco dopo viene estratto il genere assegnato alla nostra squadra: Whodunit. Io, che speravo tanto in un horror, ma non me ne faccio niente della speranza, bisogna solo mettersi subito al lavoro.
Io e Nicola iniziamo a buttare giù qualche idea. Nel frattempo, si fanno le 19:30 ed escono anche i tre elementi obbligatori da inserire nel cortometraggio:
- Personaggio: Fabio Ansaldi, amministratore di condominio
- Oggetto di scena: Schiaccianoci
- Frase: “Domani castagne e vino rosso.”
A quel punto, ci riuniamo tutti per un briefing. Dario prende la lavagna e iniziamo a discutere: ognuno dice la sua, proviamo a definire cosa significa per noi il genere Whodunit e quali elementi dovrebbe includere la storia. In poco tempo, la prima facciata della lavagna è completamente piena di appunti e idee sparse, senza un’apparente logica. Ma noi, nel caos, ci navighiamo tranquillamente.
Le ore scorrono e, senza quasi accorgercene, arriviamo alle 23:00. Alcuni membri del team vanno a casa, mentre restiamo io, Dario, Davide e Giuseppe. Quest’ultimo, però, accusa un malore ed è costretto ad allontanarsi. A quel punto, iniziamo seriamente a temere che il progetto possa saltare.
Passiamo tutta la notte a riempire lavagne di idee, cancellare, riscrivere da capo. Sono ormai le 4 del mattino e Giuseppe non risponde al telefono. Proviamo a chiamarlo più volte, finché alle 5 finalmente riusciamo a contattarlo. Alle 6 ci raggiunge e, senza perdere altro tempo, lui e Dario si chiudono in una stanza per stendere la sceneggiatura definitiva.
Ed è qui che arriva la sorpresa: da un copione inizialmente pensato per due attori, ci ritroviamo con una sceneggiatura che ne prevede sette. A quel punto, mi incazzo come una bestia, ma è inutile protestare. Abbiamo scelto la strada più lunga e difficile e ormai non si torna indietro. Sono le 7:30 del mattino. Sono già passate 12 ore. Ora non resta che trovare gli altri attori.
Giuseppe inizia a fare una serie di chiamate per trovare gli ultimi attori e, per una volta, la fortuna è dalla nostra parte. Carlotta Pernicone arriva accompagnata dal suo ragazzo, Alessandro Caporali, anche lui un bravissimo attore. Visto che eravamo ancora alla ricerca di interpreti, ne approfittiamo subito e lo coinvolgiamo nel progetto. Terzo attore trovato.
La prima chiamata di Giuseppe va a segno: Amir Boubaker, con grande entusiasmo, accetta di partecipare. Ne mancano ancora tre.
A quel punto, non riusciamo più a trovare altri attori professionisti, quindi decidiamo di allargare la ricerca a chi non fa l’attore di mestiere. Il primo nome che ci viene in mente è mio fratello, Ivan Billardello, che alla fine ricoprirà un ruolo fondamentale nel cortometraggio. Un altro ruolo viene assegnato a Dario Parisi, mentre l’ultimo lo affidiamo al proprietario della prima location, Giacomo Butera.
La mattinata scorre velocemente. Nel frattempo, io, Samuele Montalto e Alessandro Critti ci occupiamo degli ultimi preparativi e iniziamo a caricare le auto per l’inizio delle riprese. La sera prima avevamo programmato l’inizio alle 8:00, ma ormai sono già le 11:00. E come se non bastasse, ci avvisano che la location sarà disponibile solo a partire dalle 14:00.
Sono il primo ad arrivare sul posto, un maneggio, insieme a Samuele, Alessandro e Giuseppe. Poco dopo, ci raggiunge il resto del team. Sono già le 15:30 e dobbiamo ancora microfonare tutti gli attori: dire che siamo in ritardo è un eufemismo.
Per recuperare tempo, decidiamo di semplificare la parte tecnica: niente monitor di preview per i registi, audio registrato direttamente in camera e nessuna luce artificiale per le riprese diurne. Non è la soluzione ideale, ma è l’unico modo per riuscire a girare tutto nei tempi previsti.


Diamo ufficialmente il via alle riprese, iniziando con Amir. Decidiamo di girare la sua scena in movimento con la Sony FX3, il Tamron 20-40mm f/2.8 e il DJI RS4, mentre Alessandro Critti, da remoto con lo smartphone, mi aiuta nella gestione del fuoco.
Subito dopo, il commissario e l’ispettore raggiungono Amir (il Conte), che li accompagna alla scoperta del cadavere, magnificamente interpretato del nostro direttore di produzione Max Standford. Per questa scena optiamo per una ripresa a mano libera con due FX3, per ottenere un effetto più dinamico e immersivo, e accelerare con i tempi.
All’interno del maneggio c’era anche una struttura che inizialmente avevamo scelto per le riprese degli interrogatori. Tuttavia, per ragioni di tempo e considerando che l’alimentazione elettrica del maneggio dipendeva esclusivamente da un impianto fotovoltaico, decidiamo di spostarci in un’altra location, dove avevamo a disposizione corrente elettrica senza limiti.
Una volta completato il backup delle riprese fatte al maneggio, ci affrettiamo a cambiare location. Per l’illuminazione, utilizzo un Godox SL150II posizionato all’esterno della stanza per simulare la luce diurna e un piccolo tubo LED sopra il tavolo dell’interrogatorio per attenuare le ombre sui volti. Anche qui lavoriamo con due camere in contemporanea. Durante le riprese dell’interrogatorio ci ha molto colpito la performance di Carlotta Pernicone dove ha trasmesso emozioni e capacità recitative non indifferenti.
Concludiamo le riprese degli interrogatori intorno alle 4 di notte. Esausti, ci spostiamo subito in terrazzo per girare la scena con le spade e, verso le 7 del mattino, iniziamo la ripresa della televendita con il Commissario La Scarpa.
A quel punto, crollo dalla stanchezza: mi siedo davanti alla videocamera e, senza neanche accorgermene, mi addormento. Quando mi sveglio, intorno alle 13, mi affretto a raggiungere il resto della squadra alla base operativa. Trovo Giuseppe, Dario e Davide impegnati nel montaggio, Ark (Max Standford) che sta preparando la documentazione, e Samuele Montalto che dorme in auto. Nel pomeriggio arrivano anche le truccatrici, accompagnate da Salvo Vilardi, prima della loro partenza per Palermo.
La fase di montaggio si rivela più complessa del previsto: ci ritroviamo a lavorare fino all’ultimo minuto e, alla fine, ho solo un’ora di tempo per il color grading.
Quando finalmente esportiamo il cortometraggio, siamo esausti. Guardiamo lo schermo in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Avremmo potuto fare meglio? Forse. Ma quello che abbiamo fatto, in quelle 48 ore di pura follia, resterà per sempre con noi.
Abbiamo corso contro il tempo, affrontato imprevisti, trovato soluzioni all’ultimo secondo, litigato, riso e perfino dormito in piedi. Ma soprattutto, abbiamo creato qualcosa di nostro.
. Questo progetto ha un grande valore per me, e sono certo che, imparando dagli errori di quest’anno, il prossimo potremo fare ancora di meglio.
Prima di lasciarvi ci tengo a scrivere qui di sotto tutta il Team dietro questo progetto:
🎬 Regia
GIUSEPPE BILLARDELLO e DARIO PARISI
🎭 Attori principali
- CARLOTTA PERNICONE: Alma Di Sant’Elmo
- ROBERTO MADDIONA: Ispettore Serafino
- IVAN BILLARDELLO: Commissario La Scarpa
- AMIR BOUBAKER: Conte
- ALESSANDRO CAPORALI: Fabio Ansaldi, amministratore di condominio
- GIACOMO BUTERA: Duca
- DARIO PARISI: Gino, il giardiniere
📝 Sceneggiatura
DARIO PARISI, DAVIDE SALERNO, GIUSEPPE BILLARDELLO, NICOLA ADAMO
🎥 Direzione della fotografia
MARCO BILLARDELLO, SAMUELE MONTALTO
📋 Direttore di produzione
MAX STANDFORD
💄 Trucco e Parrucco
PAOLA LUCIDO, IRENE NASCA
✂️ Montaggio
DAVIDE SALERNO
🎨 Color Grading
MARCO BILLARDELLO
🏢 Produzione
ABAWORLD.EU, BLACK OPERA, AISHAXXI
🎬 Aiuto regia
CHIARA PICCIONE
📸 Backstage
LUCREZIA BENIGNO
📑 Segretario di edizione
SALVO VILARDI
🎥 Operatori di ripresa
SAMUELE MONTALTO, MARCO BILLARDELLO
📹 Assistente Operatore
ALESSANDRO CRITTI
💾 Data manager e Video assist
DAVIDE SALERNO
🏛 Con la collaborazione del
Comune di Mazara del Vallo
🎞 Distribuzione
MARTE STUDIOS
Dopo aver ringraziato tutto il Cast e la Crew, vi lascio con un breve video che racconta il dietro le quinte di questo fantastico progetto.